giovedì 17 settembre 2015

Il Tor des Geants ha rotto il cazzo.

Di seguito una breve e sobria carrellata di cose che negli ultimi mesi e settimane hanno decisamente rotto il cazzo.

L´aggettivo "immenso".

L´aggettivo "gigante".

L`aggettivo "grandissimo", già superlativo dell`odiosissimo "grande".

Tutti questi aggettivi sparsi a casaccio su social media e forum.

I forum, qualunque tipo e su qualunque argomento.

Lo Spirito Trail (maiuscolo e minuscolo).

Le frasi tipo "questo è Spirito Trail (maiuscolo e minuscolo)".

Gli ultrarunner.

I fan degli ultrarunner.

Gli amici degli ultrarunner.

Gli amici degli ultrarunner dal commento facile "wow, io non riuscirò mai a fare una cosa così".

Gli sportivi (runner e non solo) che fotografano il cibo. Qui due varianti. La prima: fotografo il cibo per farti vedere quanto sono bravo e diligente e io le porcate che mangi tu neanche le voglio vedere. La seconda: fotografo il cibo che cucino per farti vedere quanto cucino bene e tu che vai avanti a bastoncini Findus e pasta scondita sei solo uno sfigato.

I sassolini nelle scarpe.

Quelli che si tolgono i sassolini dalle scarpe.

Quelli che si tolgono i sassolini dalle scarpe e...te lo dicono. Ma chissenefrega dei tuoi sassolini, e pure delle tue scarpe.

Quelli del "questo è il mio primo trail". Specie particolare, che vive principalmente nei forum di cui sopra, e che alla sopracitata frase fa seguire una cosa tipo: "75 km e 8000metri di dislivello. Avete consigli? Devo portarmi da mangiare dietro?"

Le interviste. Tutte.

Quelli che nelle interviste parlano come i calciatori: "Maaa....sì....dovremo fare la nostra partitaaaa....", ecco, quel genere di parlata, però applicato alla corsa. "Maaaa...sì....è stata duraaaa....".

Gli italiani nelle interviste. Che parlano inglese.

Strava, con i suoi segmenti e i suoi K.O.M. e Kudos. Che non ho ancora capito che cosa sono.

Quelli che criticano Strava e si vantano di andare solo ad agenda e pennarello.

Quelli che ti dicono "io esco sempre senza orologio, a sensazione"...e poi ne scopri account segreti in qualche sperduto sito iraniano di tracking.

Il corsivo. Sì, proprio il corsivo.

Quelli che riempiono i propri testi o interventi di corsivi, di solito per mettervi parole inglesi a casaccio o intere frasi nel proprio dialetto che ovviamente solo loro parlano.

Quelli che incitano in francese. "Allez allez coureurs"...e magari sei alla 5 km del Monferrato.

La parola "fenomeno", in tutte le sue declinazioni possibili.

Quelli che "meno di 150 km a settimana non è vero amore".

Il selfie.

Quelli che si fanno il selfie. Con il terrificante effetto di ingigantire la faccia al punto da nascondere pure il panorama dietro (e lo scrivo a ragion veduta, io che avrei bisogno di un selfie a parte solo per il naso).

I Vangelis.

Le bucket list.

Le lotterie e i sorteggi.

Quelli che fanno una ultra da 120 km una Domenica, quella dopo una 50k e quella dopo ancora una 100 miglia, si ritirano perché sono scoppiati e danno la colpa ai volontari rei di non aver disposto sufficienti aid station sul percorso.

Il caldo.

Quelli che usano il caldo come scusa per non uscire a sudare.

Quelli che usano il caldo come motivo per uscire, sudare, tornare a casa e raccontare quanto è stato epico correre 3 km a 45 gradi.

Quelli che corrono sotto la pioggia.

Quelli che corrono sotto la pioggia in shirtless.

Lo shirtless.

I corsari, o "Capri", o "tre quarti".

La lycra.

Le Salt Tabs.

I Race Vests.

Gli handblottles.

I live tracking delle gare. Specie quelli che non funzionano mai, e tu ti vedi gente al Tor con tempi di percorrenza improbabili (una roba tipo "si diceva che Tizio avesse già scalato tutti i 14 Ottomila, senza ossigeno, in shirtless, e fosse planato direttamente a Courmayeur in tempo per lo struscio del Sabato pomeriggio").

I coach.

I coach che stanno da qualche parte in Colorado, e ti mandano giù due mail con qualche tabella presa da YahooAnswers, e però tu hai pagato 2500 Presidenti deceduti per averle, e così vai in giro a dire "oh, io sono allenato da - nome a caso di leggenda vivente dell`ultrarunning -".

I blog.

I race report.

Gli hashtags. Anzi, gli #hashtags.

I DNF.

Quelli che ti dicono che DNF significa in fondo "Did Nothing Foolish" o "Did Nothing Fatal", e tu sei lì che schiumi incazzatura a livello magmatico.

Quelli che ti dicono "basta, che giornata, ora metto su scarpe e pantaloncini e vado a farmi una corsa per scaricare il nervoso".

Il Tor de Geants, ma soprattutto quelli che leggendo Tor des Geants, credono di vederci scritto "Geants en Tour". Perché gli unici Giganti là fuori, sono quelle cose alte, a punta e rocciose. Noi siamo solo moscerini di passaggio, ai quali i Giganti appunto consentono di girarci intorno, finché pare a loro. Mai scordarlo.

Ora però prendo l`handbottle e il race vest, e vado a farmi una bella corsa in shirtless sotto la pioggia, che mi va via il nervoso.

Buone corse.

Manu



Mai mollare!















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