domenica 4 maggio 2014

Un sentiero, un cuscino e la traccia della frontale

Un weekend senza corsa.

Il Sabato trascorso per le vie di Friburgo, a ricaricare gambe e soprattutto testa, dopo una settimana intensa di pensieri e chilometri. 

La Domenica però, spazio alle ruote grasse della MTB, e via dentro la Foresta che si sporge oltre le colline del mio paese. Una giornata di vera immersione nella natura, nei sentieri e in questa splendida Primavera che ci viene regalata. 

Ne avevo bisogno. 

L'eco di mille casini che con lo sport non hanno nulla a che fare giunge fin qua, riempie giornali e tg di titoli e approfondimenti, di "promettiamo che faremo" e di "non abbiamo fatto prima". 

Tutto sembra avere sempre una doppia prospettiva rispetto al passato o al futuro prossimo. Quasi che si fosse spaventati, intimoriti nel fare i conti con la realtà presente, con ciò di cui realmente possediamo un (parziale) controllo.

 Il presente ci obbliga a fare i conti con le nostre azioni, con cause e conseguenze delle stesse, e dunque anche un po' con noi stessi, con ciò che pensiamo e che siamo. Proprio come un sentiero che scorre sotto le ruote della MTB o sotto un paio di scarpe da corsa, il presente è certamente irto di difficoltà, di imprevisti, di momenti: sta a noi saperne abbracciare ogni istante, ogni frammento, anzi essere noi stessi a farci abbracciare da ciò che ci circonda, che è parte del nostro presente: sia esso una foresta, la pacca sulla spalla di un amico o la passione che ci arde dentro.

Così questa mattina. 

Sveglia alle 3:30, commissione lavorativa a Basilea, e ritorno a casa verso le 5. Mi si chiudevano gli occhi, troppo forte era la tentazione di abbracciare ancora quel cuscino ancora per un paio d'ore di buon sonno. 

L'ho guardato quel cuscino. Poi ho visto sul comodino vicino al letto la mia lampada frontale. Più in basso, le scarpe da corsa riposate dopo il weekend, slacciate e quasi invitanti ad essere indossate...Non ci ho pensato un minuto di più: così mi sono ritrovato in strada, immerso stavolta nel presente silenzioso di un paese ancora assonnato. 

Solo la traccia luminosa della frontale a guidare il mio passo. E di colpo il mio presente si è spostato in una dimensione futura: mi sono pensato a Ulm, tra poco meno di due mesi, nella più breve notte dell'anno, che sarà però anche la notte di un viaggio lungo 100 km. 

Proprio ieri ho prenotato l'albergo: soggiornerò a poche centinaia di metri dalla sede di partenza e arrivo: avrò quindi un cuscino dove riporre sogni o aspirazioni, o sotto cui nascondere paure o incertezze.

Così eccomi di nuovo sulla rampa in mezzo alla vigna, poi in discesa sul crinale e via in mezzo agli alberi di melo che tra poco metteranno su i frutti: quante volte sono già passato per queste strade, che ormai sono mie, e quante ancora ci passerò. Poco importa. Ci sto passando ora, in un'alba primaverile che sembra fatta apposta per me, e mi godo il momento. Scorre e cambia il mio presente, e cambio un po' anche io. 

On trail.

Manu