Eccomi qui.
Quanti mesi, tanti, forse troppi, sono passati
da quando per l’ultima volta ho sentito, provato e trovato il desiderio di
mettermi a buttar giù due righe. Tante cose sono cambiate, in questo anno e
mezzo, e forse sono cambiato pure io.
Credo che tutti quelli che mi stiano
eventualmente leggendo ora, conoscano la storia. In breve, alla fine dello
scorso anno ho lasciato forse per sempre la mia collina. Sì insomma, la collina
del famoso proverbio, quella verso cui la volpe si volta sempre, quella da cui
proviene e per la quale in essa arderà sempre il fuoco dell’appartenenza
primigenia. Ho lasciato dunque la mia terra natìa (e il mio mare, soprattutto) e
ho puntato la prua verso una nuova pagina della mia vita: una famiglia nuova,
una casa nuova, un paese nuovo; strade e sentieri, anch’essi nuovi. E come
scrivevo prima: forse anche un me stesso, nuovo: o magari, solo diverso.
Non è stato però sempre facile: metabolizzare questi cambiamenti
richiede tempo. Puoi togliere un uomo dal mare, ma non puoi togliere il
mare da un uomo:
così è per me, così sarà sempre: gli odori e i profumi della mia terra,
il
vento di mare che mi sferza in viso nelle Domeniche d’Inverno, a volte
anche le
parole, i sorrisi e le cazzate degli amici, quelli veri, quelli di
sempre:
tutto questo mi manca e mi mancherà sempre, non lo nego.
Eppure, in questo vortice di novità, una linea sottile, a volte quasi impercettibile, mi ha guidato sulla pista: corsa e bici, la mia passione, gli amori di sempre (più recente la prima, molto più radicato e storico la seconda). Il sudore e il fiato corto, unitamente a quell’idea di gratificazione che solo la fatica sa regalare (perché poi le cose belle si hanno solo ed esclusivamente con fatica), sono state sempre la mia benzina.
Eppure, in questo vortice di novità, una linea sottile, a volte quasi impercettibile, mi ha guidato sulla pista: corsa e bici, la mia passione, gli amori di sempre (più recente la prima, molto più radicato e storico la seconda). Il sudore e il fiato corto, unitamente a quell’idea di gratificazione che solo la fatica sa regalare (perché poi le cose belle si hanno solo ed esclusivamente con fatica), sono state sempre la mia benzina.
Ripartendo proprio da corsa e bici, oggi qualcosa sta cambiando. La nebbia si sta diradando, e il fatto che io oggi sia
qui a scrivere queste poche righe, ne è una testimonianza. Fa
bene a me scrivere, esprimermi, ritrovare insomma il piacere di raccontare, per
quanto possibile, alcuni paragrafi del mio percorso.
Questa mattina, pioggia sottile e 7 gradi fissi, ma senza
vento…insomma, quelle corse in t-shirt e pantaloncini di cui tante volte ho
goduto nei miei Inverni liguri…tutto questo stamattina è ritornato. Sulle mie
colline, tra i miei campi, tra cavalli, caprioli, fattorie e boschi
pedemontani, mi sono ritrovato a correre, a sentire il fiato corto, a sudare. E
a sentire in lontananza, ne sono sicuro, il rumore del mare.
I’m back…on trail.
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