"Vai a correre, testa di cazzo!"...."vai a correre, testa di cazzo!"...questa frase, questo mantra, gentilmente concessomi da un caro amico (thanks Paco...) mi ha accompagnato in tante lunghe albe senza Sole, quando il richiamo dei cuscini e di una coperta calda suonava molto più invitante che un sentiero in mezzo alle vigne, ancora buio e magari ghiacciato.
"Vai a correre, testa di cazzo!", e così quasi di controvoglia ho cominciato ad alzarmi dal letto, a infilarmi quegli stretti e pesanti running tights, i guanti, il cappellino (il famoso warm hat), la frontale e la giacca anti pioggia-freddo-neve-vogliadistareinletto, le allora ancora quasi sconosciute Helios, e a uscire.
Ho cominciato a mettere su km, ore nelle gambe, condizione.
E ho cominciato a sognare. A sognare di una pista lontana, che avevo già corso l´anno scorso e che avrei ricorso questa Primavera certo ma che...ma che sognavo ora di correre in una fresca mattina estiva, magari i manicotti su per un´oretta, e poi via in shorts e t-shirt e...sì, ancora loro, le Helios ai piedi.
L´Estate mi sembrava così lontana però, che ho preferito concentrarmi su piccoli passi, baby steps, e pensare così a quando avrei rivisto quella pista quest´anno per la prima volta.
Quella pista, neanche a dirlo, è il South Downs Way.
Sul South Downs Way ci sono tornato così ormai una decina di giorni fa, ed è stato fantastico. Rivedere belle facce, provare di nuovo quella sottile emozione mista tra voglia di correre e raggiungere il traguardo lontano 50 miglia e l´insicurezza, la coscienza dell´imprevedibilità, quell´ idea che tutto sommato, ogni volta che ti piazzi sulla start line di una ultra, hai le stesse possibilità di arrivare al traguardo di quello che ci arriverà per primo.
Da questa 50 miglia ho portato così a casa tante belle e nuove esperienze, preziose e uniche. Ancora grazie a chi ha corso con me, e ancora grazie a...quella pista.
La settimana di recupero è trascorsa bene. Ho pedalato un po´, e mi sono goduto, a dirla tutta, un po´ di post race indulgences.
E ho ricominciato a sognare.
Stavolta sì, davvero, l´Estate. Che non è più così lontana, anzi. E di nuovo, una mattina fresca inglese, di quelle che odorano di notte e prato. Di nuovo belle facce intorno a me. Di nuovo quelle sensazioni di voglia di andare miste a un timore reverenziale dei più positivi. E di nuovo lui, il South Downs Way.
"Vai a correre, testa di cazzo!"...no, quel mantra però non lo sento più.
Stamattina così sono appena tornato dalle mie faccende notturne. Il cuscino morbido e la calda coperta ci sono sempre, certo ma...quella voce, quel richiamo, ora non è nemmeno percettibile.
Così infilo su i capris, il base layer, la mia maglia di SDW50 Finisher nuova di zecca e ancora loro, le Helios con le quali ho corso lo scorso Sabato quelle favolose 50 miglia....e pure la frontale e la giacca antipioggia...oggi solo giacca antipioggia...ed esco a correre. Sono le 5:45 am.
Fuori pioviggina, ma è una pioggia diversa da quella ghiacciata dell´Inverno. E´una pioggia del nostro Aprile, di Primavera, leggera e fresca. La frontale sembra anche illuminare di più in un´alba che arriva presto stavolta.
Imbocco le mie piste straconosciute sulla collina dietro casa.
E´la prima volta che corro da Sabato scorso. I quads sembrano svegliarsi appena dopo un lungo letargo, il fiato è un po´corto...ma mi sento bene, leggero anche io come la pioggia intorno a me...la testa leggera, le gambe leggere, e ancora quel sogno, quella pista...
E così per un attimo mi trovo di nuovo a immaginare di raggiungere la meravigliosa aid station del Queen Elizabeth Country Park, a sfiorare il Chanctonbury Ring, a percorrere l´angusta Devil´s Dyke.
Laggiù mi pare si scorgere Afrilston, e poi d´un tratto le vigne sembrano svanire nella nebbiolina del mattino e mi ritrovo sull´immensa Wilmington Hill, con la zona industriale di Bantzenheim che nella mia testa assume i contorni inconfondibili delle Seven Sisters.
Raggiungo il trigger point e giù nel toboga che mi porta alla mitica Kings Drive...no aspetta, ora capisco e "mi risveglio" dalla mia trance da corsa.
Ancora una volta, ancora una volta ho sognato quei luoghi e quel sentiero. Ancora una volta mi sono immaginato là, dove sarò tra due mesi.
Stamattina però è stato diverso. Stamattina ho capito in fondo che una nuova avventura, un nuovo viaggio sta per cominciare. Che sogno da molti mesi ormai, ma che ora si fa più vicino, più vero.
Un viaggio lungo 100 miglia.
Stamattina ho capito, una volta di più, perchè sanguino South Downs Way.
Stamattina, alle 5:45 am, nella pioggia della nostra Primavera e alla luce della frontale, è cominciato il mio nuovo sentiero. E´cominciato il mio SDW100 Training Camp.
Ci vediamo a Winchester, South Downs Way.
I tiptoed up the stars from the basement, careful not to wake the family still sleeping, pulled a curtain, and watched dry flakes glinting in the watery light of a crescent moon....
....I pulled on polypropylene long underwear, a windbreaker, and a fleece, than my warm up pants and thick wool socks. The path I had chosen - the path I hoped would fulfill me - would eventually take me through canyons of 100 degrees, deserts so hot that scorpions scuttled for shade.
But the path started here, now.
Scott Jurek, "Eat and Run", Silent Snow, Secret Snow.
...to Eastbourne... |
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