„Should we turn left now?“ mi chiede il ragazzo che corre con me lungo Main Road. Dovremmo girare a sinistra adesso? Ma come, e me lo chiedi pure? La mia risposta „yes sir, just take the most iconic left turn in the ultrarunning world“, sì, la curva a sinistra più famosa, iconica e suggestiva probabilmente della storia del nostro sport.
Un angolo secco, e un cartello chiaro: California Street.
Okay, uno dei miei soliti flashback. La mattina del Venerdì decido di fare un passo qui a Foresthill. Un po´per prendere coscienza del posto (mi piace sempre conoscere in anticipo il percorso dal mio bnb alla zona di partenza, la situazione parcheggi, la logistica, ecc..), e un po´ovviamente per cominciare a respirare l´aria del´evento.
I ragazzi che montano su la zona di start e finish line, l´instancabile Paulo che scorrazza su e giù da Auburn con il suo mostruoso pick up, Chaz e Chris a coordinare tutto.
In più, tutto quanto immerso in un Sole del mattino spettacolare, già caldo ma assolutamente confortevole, con questa luce della California che se non l´hai mai vista è meglio che corri a farti un biglietto aereo subito.
Passeggio un po´su Main Road. Sì, voglio andare a quella curva, voglio vedere il cartello, voglio percorrere qualche centinaio di metri di asfalto prima dell´inizio del sentiero, della lunga picchiata verso l´American River.
Sono in piena Terra Santa, tutto esprime sacralità qui. Ho un attimo di pelle d´oca e fiato corto.
Finalmente ci sono, qui è dove comincia il sentiero: il leggendario Cal Loop.
Okay, torno al presente, a questo Sabato caldo e tosto, pieno di corsa e bel racing.
Ho appena lasciato l´halfway point di Foresthill, con tanto di incitamento del grande Rick. A parte che ho appena perso gli occhiali da Sole (e da vista, argh!) a Vulcano Creek, e dall´incazzatura mi sono corso quasi tutta Bath Road, e che quindi mi aspetta un bel pomeriggio di visiera sulla faccia in stile Hal Koerner, sto benissimo.
Sono entrato bene in ritmo e pacing e strategia alimentare stanno funzionando bene. Piano piano mi faccio strada attraverso il pack, qualcuno è già un po´cotto, altri se la godono, e lì davanti c´è battaglia vera (che belli che sono gli switchbacks, avere la possibilità di tifarsi e incoraggiarsi a vicenda tra top runners e mid- e backpackers è davvero una grande esperienza, e ti da pure un certo senso di prospettiva).
Il ghiaccio fa il suo lavoro negli armsleeves, e sul collo, e tutto sommato mi sento ancora abbastanza fresco quando finalmente incontro di nuovo il sentiero.
Ora siamo io e il Loop, giù fino a Rucky Chucky AND back. Sì, il più lungo e difficile switchback della giornata probabilmente, ma sono anche le miglia che ci riporteranno a casa finalmente.
Scendo bene di buon trotto, saluto i runner della 25k che stanno risalendo e più tardi i top della 100k, anche loro sul proprio home stretch che per i top two delle due classifiche significa anche Golden Ticket.
A ogni mini creek, a ogni ruscello, investo una trentina di secondi per bagnarmi cappello, braccia, gambe, tutto.
Continuo a recuperare gente nel frattempo e…aspetta, ma quella è Kathy D´Onofrio! Pacer del Cinghiale a States, ma anche leggenda vera del WS trail: per dire, questa si giocava la WS con Ann Trason tra ´80 e ´90.
Tiro giù ormai fino al fiume, in una cornice di colori e profumi che solo il Cal Loop in Primavera può regalare. Mi dicono che c´è tanta Poison Oak in giro: io che non so come sia fatta, nel dubbio stavolta non tocco niente e resto pienamente sul sentiero.
BOOM, alla fine di questo meraviglioso e burroso single track ecco una bella coltellata sotto forma di rampa di fire road in pieno Sole.
E´di fatto Ford´s Bar, AKA Cal 3, dove oggi però non c´è una Aid Station ad aspettarci. Solo The Queen, la meravigliosa e regale Meghan, che come un puma inferocito si mangia letteralmente Kellie Emmerson proprio di fronte a noi e va via leggiadra, con sorriso spietato e compiaciuto.
Il fiume finalmente, e laggiù la AID (eh sì è proprio in corrispondenza del river crossing, ma quella sarà roba per Giugno semmai).
Strategia solita e si riparte in fretta, che c´è da far rotta ora finalmente verso Foresthill. Mi sento anche meglio rispetto alle ultime miglia, recupero un paio di coppie runner-pacer e maciniamo queste 15 miglia di ritorno, correndo spesso e lavorando duro.
Dopo Cal 2 ancora l´elevator shift, e poi via di corsa in stile A-Train con Meredith e la sua pacer verso Cal 1.
Resto solo proprio dopo Cal 1, un po´di sensazione da sitting duck, sento le voci dietro di chi viene su. Forse la fermata a Cal 1 mi ha tolto un filo di ritmo. Vado su di power hiking deciso, soprattutto accellero prima delle curve e dei tornantini, non voglio farmi vedere da chi sta dietro, voglio „sparire“ presto dal campo visuale di chi mi insegue. E soprattutto voglio tenere lo score pulito (nessuno mi ha superato nelle ultime 35 miglia).
Shit, non ci riesco, arriva su Laura che va al triplo di me e mi lascia lì (pazienza dai, l´avevo presa io ancora a Michigan Bluff e ci eravamo un po´inseguiti per tutto il giorno).
Ma poi basta, mi dico. Voglio l´asfalto finalmente, da lí solo mezzo miglio o poco più, e lì so, sono sicuro, che nessuno oserà anche solo pensare di raggiungermi.
Il Cal Loop così è alle spalle, imbocco finalmente Main Road e sento voci e musica dal traguardo.
E´fatta, Eric Schranz di URP (un idolo e un maestro) annuncia il mio nome e due cose a caso che avevo scritto nella interview di UltraSignUp.
Taglio il traguardo, qualcosa sotto le 15 ore, come pensato e sperato.
Chiacchiere e bibite fresche, ma poi è già tempo di rimettersi in auto e fare rotta verso Auburn.
Non prima di aver dato ancora un´occhiata a quel cartello.
Ci vediamo presto Cal Street.
It´s always Canyons. Or never. |